25 Ago Dott. Max Bircher Benner, geniale o ciarlatano?
Max Bircher Benner, medico svizzero (1867-1939).
Il dr. Bircher Benner Benner aveva idee semplici e chiare su come curare o evitare le malattie, ma troppo avanzate per poter essere digerite dai medici di allora e anche da quelli oggi.
Sosteneva l’importanza di un corretto stile di vita e della alimentazione. Idee che gli valsero il riconoscimento di illustri personaggi affetti dai più svariati mali e da lui guariti. Ospiti del suo Sanatorio furono personalità come gli zar di Russia, i membri di famiglie reali europee, Hermann Hesse, Rainer Maria Rilke, Sir Stafford Cripps (Ministro di Affari Esteri di Churchill), Golda Meir e Thomas Mann. Secondo lui, non servivano pillole o farmaci, ma corretti comportamenti se si vuole preservare la propria salute. Famoso in tutto il mondo è il suo bircher muesli, un piatto a base di avena e frutta fresca.
Ad inizio della sua professione è medico generico in un quartiere operaio zurighese, ma, attratto dai metodi di cura alternativi, viaggia in Europa per approfondire i metodi di acquacura di Sebastian Kneipp a Berlino, la terapia dietetica della clinica di Heinrich Lahmann a Dresda e l’idroterapia di Wilhelm Wintemitz a Vienna.
Tornato a Zurigo, apre una clinica decide di chiamarla Lebendige Kraft, ossia “forza vivente”. Sebbene vi siano appena sette posti letto, la piccola clinica è situata nella zona ricca di Zurigo, cosicché alcune persone abbienti iniziano a provare le sue cure e, una guarigione dopo l’altra, la voce dell’efficacia di quelle nuove terapie circola in fretta.
Il medico svizzero aveva compreso a fondo l’importanza del cibo vegetale crudo.
Secondo la sua visione i vegetali crudi oltre ad offrire vitamine naturali (più biodisponibili rispetto agli integratori), minerali e ormoni, sono dei veri e propri antibiotici naturali potenti e privi di effetti collaterali.
Era convinto che le cellule vive dei vegetali sollecitino una digestione ottimale, in pratica il cibo vegetale crudo è digeribile in metà tempo rispetto a quello cotto. E sosteneva che gli effetti fermentativi che taluni lamentano e che i medici stessi attribuiscono all’ingestione di fibre vegetali, non sono per nulla dovuti a verdure e frutta ma agli altri cibi, animali e industriali, che formano un terreno ideale alle fermentazioni.
Convinto che i cibi siano vettori di energia vivificante rintracciava quest’ultima solo nei vegetali e non già nella carne di animali. La carne, secondo lui, costituiva l’alimento più povero di energia poiché proveniente da animale morto e per aver subito la cottura.
Naturalmente presentò questo assunto ai suoi colleghi medici nel 1900 con l’effetto di venire deriso ed etichettato come ciarlatano. La sua reputazione di accademico venne definitivamente distrutta. In seguito, le sue convinzioni sono state confermate anche, per esempio, da misurazioni in Angstrom dovute alle ricerche dell’ingegnere e ricercatore francese André Simoneton (1871-1947).
Quest’ultimo, ammalato, era guarito grazie ad un’alimentazione ricca di vegetali. Incuriosito, indagò le frequenze vibrazionali degli alimenti, che riuscì a misurare secondo parametri biofisici sul concetto di Einstein (1879–1955) secondo cui tutto ciò che vive emette vibrazioni. Ciò fu dimostrato da Simoneton: più le vibrazioni sono alte più l’alimento sarà di qualità superiore. Nella scala Simoneton il cibo crudo vegetale, e specialmente la frutta fresca, è quello che vibra fino alle altissime frequenze dei raggi infrarossi. Nel 1949 scoprì che alcuni cibi emettevano radianze basse che a lungo andare potevano generare malattie.
Alimenti morti o inferiori quali cibi cotti o conservati, pasticceria industriale, alcool, sale,
zucchero, carni, salumi, uova, latte, tè, caffè, bevande sintetiche, marmellata, formaggi, pane bianco, hanno radiazioni Angstrom da quasi nulli o inferiori a 5.000. Alimenti superiori come verdura cruda e fresca: 8.000 Angstrom, mentre la frutta fresca arriva fino a 10.000 Angstrom.
Katherine Milton, una eminenza dell’ecologia alimentare e ricercatrice presso l’Università di Berkley afferma che: «La prevalenza diffusa di problemi di salute legati all’alimentazione, in particolare nei paesi altamente industrializzati, suggerisce che molti esseri umani non stanno mangiando in un modo compatibile con la loro biologia».
Non tutti i cibi forniscono energia vitale: dunque, Max Bircher Benner aveva ragione.
Le sue convinzioni sul cibo cominciarono a propagarsi non solo presso la popolazione zurighese. Nel 1903, esce il suo libro intitolato “Brevi fondamenti della terapia nutrizionale, sulla base della tensione energetica in cucina” e in poco tempo aumenta la richiesta delle sue terapie, tanto che nel 1904 trasferisce la clinica, ampliandola, in una zona boschiva fuori Zurigo, su una collina chiamata Zürichberg.
Ribattezza la clinica “Sanatorium Lebendige Kraft” (Sanatorio Forza Vivente).
Così si svolgeva la giornata dei ricoverati sotto le direttive del dr. Bircher Benner: levarsi dal letto alle 6 del mattino, fare una passeggiata prima di colazione respirando ossigeno rinvigorente del bosco, trascorrere la maggior parte della giornata all’aria aperta intervallando le attività della clinica quali massaggi, bagni di sole, docce fredde, danza e musica; andare a dormire alle 21:30. Cibo vivo e rivitalizzante era offerto agli ospiti della clinica.
Banditi caffè, tè, alcol, cioccolata, tabacco, carni, pietanze molto cotte e prodotti industriali. La dieta era incentrata sul suo famoso muesli (composto da una mela grattugiata, avena, una manciata di noci con un po’ di latte fresco oggi sostituibile con latte di mandorle o di nocciola o di avena, ecc..), verdure crude o cotte al vapore e tanta frutta.
Le medicine erano da lui prescritte solo in caso di estrema necessità.
Nel 1927, dichiara pubblicamente la sua rinuncia alla carne.
Il dr. Birker Benner soffrì molto della definizione di ciarlatano attribuitagli dai medici suoi contemporanei. Oggi è finalmente vendicato dalle prove scientifiche Ricerca di Cambridge (2000) in primis, The China Study (2012), e altre similari delle maggiori Università mondiali che dimostrano le correlazioni tra malattie da acidificazione dovuta ai cibi animali e industriali. Le analisi chimiche hanno comprovato le sue intuizioni circa le proprietà nutrizionali e curative di verdura cruda e frutta fresca.
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