02 Gen BURATTO e TURBOSTACCIO
BURATTO E TURBOSTACCIO Quali sono le differenze?
Buratto
La parola Buratto deriva dal nome di una stoffa (in latino Bura), un drappo rado che veniva solitamente utilizzato come base per fare dei ricami, sembra che proprio una tipologia di tela simile si è iniziato ad utilizzare anche per setacciare la farina, un vero è proprio setaccio, inizialmente non era una macchina vera e propria, ma semplicemente un tessuto tubolare disteso e sollevato dalla parte dell’ingresso del macinato, attraverso le maglie del tessuto usciva la farina, nella estremità opposta usciva la crusca, questa manichella o calza veniva sottoposta ad un movimento di oscillazione o sbattimento per favorire la setacciatura.
Successivamente come prima evoluzione inizia a trasformarsi in una gabbia cilindrica che ruota, ricoperta da un tessuto unico oppure in alternativa da tessuti con aperture diverse poste in successione, il macinato entra in questo cilindro e il movimento di rotazione del cilindro aiuta l’azione di abburattamento.
Sempre come evoluzione del buratto dalla forma circolare si passa a forme esagonali o ottagonali.
Comunque questi buratti ruotano lentamente e sono poco produttivi.
Dal Vocabolario:
m. [der. settentr. del lat.*bura, nome d’una stoffa]. – 1.ant. Drappo rado e trasparente, bruno o bianco o altrimenti colorato, sul quale nel Cinquecento e nel Seicento si ricamava con filo bianco o con sete colorate. Anche, più genericam., pezzo di stoffa o di tela rada che, distesa su apposito sostegno, serviva per abburattare la farina (di qui i sign. che seguono, e gli stessi verbi burattare, abburattare). 2. a. Macchina usata per separare la farina dalla crusca, che può avere forma di cilindro ricoperto di tele di varia fittezza, oppure di staccio piano dotato di moto oscillante. È il simbolo dell’Accademia della Crusca (all’epoca della fondazione di questa, chiamato peraltro frullone); quindi, per metonimia scherz., l’opera di vaglio linguistico ch’essa compiva: le belle frasi passate dal b. (Giusti). b. In senso ampio, ogni arnese adoperato per compiere la stessa operazione, con un movimento oscillante impresso dalle mani; sinon. generico di setaccio. c. fig., tosc. Di persona che ciarla senza tregua: essere, parere un b.; avere in corpo un buratto. 3. ant. Il bersaglio che i cavalieri dovevano colpire nelle giostre. ◆ Dim. burattèllo, specie di sacco usato un tempo per abburattare la farina: un altro, che ha conquistato un b., lo porta per aria (Manzoni).
Turbostaccio
Spesso anche oggi si continua a chiamare buratto ma nelle macchine recenti la parte stacciante non ruota più, a ruotare anche ad una velocità elevata è un aspo all’interno.
In questo modo si passa alla definizione più corretta di turbostaccio, ovvero uno staccio fisso dove al prodotto viene impressa una elevata turbolenza, grazie ad un rotore.
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