19 Ott Crisi alimentare, rapporto globale
Rapporto globale sulle crisi alimentari 2022
Il rapporto annuale, prodotto dal Food Security Information Network (FSIN), è stato lanciato dal Global Network Against Food Crises (GNAFC), un’alleanza internazionale che include Nazioni Unite, Unione Europea, agenzie governative e non governative, e che lavora per affrontare insieme le crisi alimentari.
Il rapporto rileva che, nel 2022, circa 258 milioni di persone in 58 paesi e territori hanno affrontato un’insicurezza alimentare acuta a livelli di crisi o peggiori (Fase IPC/CH 3-5), rispetto ai 193 milioni di persone in 53 paesi e territori nel 2021.
Si tratta del numero più alto nei sette anni di vita del rapporto! *
Nel 2022, la gravità dell’insicurezza alimentare acuta è aumentata al 22,7 per cento rispetto al 21,3 per cento del 2021, e rimane inaccettabilmente alta e sottolinea una tendenza al deterioramento dell’insicurezza alimentare acuta globale.
Più di un quarto di miliardo di persone stanno ora affrontando livelli acuti di fame
“Più di un quarto di miliardo di persone stanno ora affrontando livelli acuti di fame, e alcuni stanno rischiando la vita per la fame. È inconcepibile”, ha scritto il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres nella prefazione al rapporto.
“Questa settima edizione del Rapporto globale sulle crisi alimentari è una aspra accusa all’incapacità dell’umanità di compiere progressi verso il secondo Obiettivo di sviluppo sostenibile di porre fine alla fame e raggiungere la sicurezza alimentare e una migliore nutrizione per tutti”.
Secondo il rapporto, oltre il 40 per cento della popolazione nella Fase 3 IPC/CH o superiore risiedeva in soli cinque paesi: Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, parti della Nigeria (21 stati e il Territorio della Capitale Federale – FCT ) e Yemen.
In sette paesi, invece, le popolazioni hanno dovuto affrontare fame a livelli massimi e indigenza, cioè livelli catastrofici di fame acuta (IPC/CH Fase 5) in determinati periodi del 2022.
Più della metà di queste persone si trovavano in Somalia (57 per cento) mentre tali circostanze estreme si sono verificate anche in Afghanistan, Burkina Faso, Haiti (per la prima volta nella storia del paese), Nigeria, Sud Sudan e Yemen.
Circa 35 milioni di persone hanno sperimentato livelli di emergenza di fame acuta (IPC/CH Fase 4) in 39 paesi, di cui più della metà si trova in soli quattro paesi: Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Sudan e Yemen.
In oltre, in 30 dei 42 principali contesti di crisi alimentare analizzati nel rapporto, oltre 35 milioni di bambini sotto i cinque anni soffrivano di deperimento o malnutrizione acuta, di cui 9,2 milioni in forma grave, cioè il tipo di denutrizione più pericoloso per la vita e fattore decisivo per l’aumento della mortalità infantile.
*Se la situazione peggiora anno dopo anno significa che le ricette di chi fa politica sono ricette fallimentari!
Da una parte si parla di carne sintetica realizzata in laboratori ultra moderni molto sofisticati, senza rendersi conto che soluzioni più semplici e meno tecnologiche potrebbero effettivamente sfamare le popolazioni più povere.
Qui sotto una immagine esempio delle conseguenze del Farm to Fork, che punta a mettere in difficoltà il settore agricolo, ridurre i terreni coltivati, ridurre la produzione agricola ed aumentare i costi.
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