27 Feb Fibre dei cereali per contrastare il declino cognitivo.
Asse intestino-cervello: danni dieta occidentale e benefici delle fibre dei cereali per contrastare il declino cognitivo.
I β-glucani contrastano il declino cognitivo indotto da una dieta occidentale, grazie alla comunicazione bidirezionale dell’asse intestino-cervello.
È quanto si può riassumere dallo studio di Hongli Shi e colleghi della Xuzhou Medical University (Cina), di recente pubblicato su Microbiome.
Premessa
La moderna dieta occidentale (stile Americano ndr) è caratterizzata da un’elevata percentuale di alimenti altamente trasformati, ricchi di zuccheri e grassi e poveri di fibre. Questo modello dietetico è associato a una miriade di disfunzioni metaboliche, tra cui neuroinfiammazione e deterioramento cognitivo. Ed è proprio nel contesto delle disfunzioni cognitive che un’abbondante assunzione di fibre di cereali ha invece registrato benefici.
La novità di questo studio:
Scopo dello studio è stato quello di valutare gli effetti del β-glucano (la principale fibra solubile contenuta nei cereali), sull’asse intestino-cervello di modelli murini con obesità indotta da dieta in stile occidentale. Particolare attenzione è stata posta alle funzionalità cognitive.
Modelli Murini sono topi geneticamente modificati utilizzati in laboratorio per avere delle risposte molto più simili alla reazione umana, rispetto ai topi non modificati.
Il β-glucano (fibra solubile presente nei cereali integrali) attenua il deterioramento cognitivo attraverso l’asse intestino-cervello nei topi obesi indotti dalla dieta.
Conclusioni
Le malattie neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer (AD) e le demenze correlate, sono un importante contributo alla morbilità, alla qualità della vita drasticamente ridotta e ai costi dell’assistenza sanitaria in una popolazione sempre più anziana. Queste malattie neurodegenerative non sono attualmente curabili; tuttavia, la commissione Lancet ha riferito che più di un terzo dei casi di demenza può essere prevenibile affrontando i fattori dello stile di vita, inclusa la dieta. Prove crescenti hanno dimostrato che le diete possono influenzare il microbioma intestinale, modulando potenzialmente le funzioni cerebrali e il conseguente comportamento, attraverso l’asse intestino-cervello. Ad esempio, le alterazioni del microbiota intestinale indotte dalla dieta ad alto contenuto di grassi possono indurre deterioramento cognitivo nei topi. Inoltre, ci sono alcune prove che l’alterazione microbica è coinvolta nella neuroinfiammazione e nel deterioramento cognitivo, due importanti caratteristiche della patogenesi e della progressione dell’ Alzheimer (AD).
Un prolungato supplemento di β-glucano ha contrastato il declino cognitivo indotto dalla dieta. Miglioramenti sono stati registrati anche nel profilo infiammatorio e morfologico cerebrale, oltre che intestinale. Modifiche anche nel microbiota con aumento di Bacteroidetes ne supportano un coinvolgimento positivo a livello centrale.
PDF dello studio potete scaricare Qui sotto.
No Comments