22 Gen Dieta e perdita di peso, le ultime novità degli esperti internazionali, il microbiota
Siti web e media sono pieni di consigli sulla dieta intera nel modo classico di ridurre il peso e ritrovare la linea, non di rado diete basata su approssimazioni , mode ed eccessi possono comportare rischi per la salute e non servire a nulla.
Gli esperti riuniti nella conferenza internazionale Nutrition 2020, che quest’anno si è svolta online, hanno discusso delle principali novità nel settore dell’alimentazione.
La dieta che vorresti fare assicura una quantità sufficiente di nutrienti?
È fondamentale mantenere un adeguato apporto di micronutrienti. Uno studio randomizzato e controllato presentato alla conferenza dai ricercatori dell’Università statale della California di San Bernardino, condotto su 54 volontari obesi con indice di massa corporeo attorno a 36, ha mostrato quanto può essere facile incorrere in pericolose carenze. I partecipanti sono stati infatti invitati a seguire per un anno una dieta ricca di fibre, con molti legumi, oppure una a basso contenuto di carboidrati. Il risultato è stato che entrambe hanno assicurato la perdita di peso, ma hanno causato anche alcuni squilibri e carenze. In particolare, coloro che avevano seguito il regime con pochi carboidrati hanno assunto più niacina, tiamina e vitamina K, mentre gli altri più acido folico, magnesio e rame. Tutti i partecipanti hanno assunto dosi di vitamina D ed E, rame, calcio e magnesio inferiori a quelle consigliate.
Quindi quando parliamo di un regime dietetico finalizzato alla perdita di peso è necessario farsi seguire da un medico, che controlli che il regime alimentare seguito non sia carente di preziosi Micronutrienti.
Mangiare sano non deve diventare un’ossessione
Un’alta indagine ha rilevato come tre quarti delle ragazze che aveva seguito una dieta dimagrante mostrasse qualche manifestazione tipica dell’ortoressia.
L’ortoressia, cioè il disturbo alimentare che porta chi ne è colpito a essere ossessionato dall’idea di mangiare solo alimenti sani, può essere un “effetto indesiderato” di una dieta per perdere peso.
Un’indagine condotta su 400 studentesse ha mostrato che 75% di loro aveva qualche manifestazione di ortoressia iniziata a seguito di una dieta dimagrante, mentre tra chi non aveva cercato di perdere peso la percentuale era molto più bassa, attorno al 40%. Inoltre, le ragazze che cercavano di dimagrire avevano più spesso qualche segno di un altro disturbo del comportamento alimentare.
Che ruolo ha il microbiota nel tentativo di perdere peso?
Finora non si sapeva molto sul tema microbiota (la flora batterica presente nel nostro intestino), ma uno studio condotto dai ricercatori della Bloomberg School of Public Health della Johns Hopkins University di Baltimora dimostra che effettivamente il microbiota può giocare un ruolo nelle diete. Nello specifico, gli autori hanno osservato che cosa era successo a 36 persone che avevano seguito una dieta per sei mesi e hanno visto come i 12 che avevano raggiunto l’obbiettivo prefissato, e cioè la perdita del 5% del peso, avevano una composizione del microbiota diversa da quella di chi non era riuscito a dimagrire. In particolare, dei 30 ceppi analizzati, sono risultati essere più favorevoli alla perdita di peso l’Eubacterium coprostanoligenes (più è presente migliore è l’esito) e i batteri che aiutano a produrre acidi biliari secondari, acido butirrico e acido succinico. Inversamente, quelli della famiglia delle Ruminococcacee meno sono presenti e maggiore è la perdita di peso.
Che ruolo ha l’attività fisica quando si vuole perdere peso
Pessime notizie per chi è in sovrappeso e pensa di dimagrire svolgendo un’attività fisica: uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Pittsburgh su 383 persone a dieta ha mostrato che non c’è una grande differenza se si unisce alla restrizione calorica un programma sportivo. Dopo un anno nel quale le calorie assunte erano state comprese tra le 1.200 e le 1.800 giornaliere, la perdita di peso media per i partecipanti è stata di 20 libbre (circa 9 chili), senza differenze significative tra chi aveva svolto 1,5 oppure 4 ore di esercizio fisico alla settimana.
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