03 Ago Mangiare è un atto agricolo
Alla scoperta del “poeta agricolo” Wendell Berry.
Wendell Berry (1934) è una delle voci più forti che si odono nell’America contemporanea. Romanziere e saggista è divenuto negli ultimi decenni un autore di culto.
Il suo ecologismo pratico, dà una impronta innovativa e radicale nel considerare l’ambiente e l’economia agricola.
Quindi non un ecologismo teorico, idealizzato e astratto (stile Walt Disney) di chi vive in città, ma una forma di ecologismo di economia agricola che pur con il legittimo obbiettivo di ottenere profitto sia attento a tutelare il terreno e non danneggiarlo, con una attenzione anche alla comunità e alla socialità.
Un concetto di economia che da un valore di rilievo alla conservazione della fertilità del terreno, come cura della casa, una economia agricola rispettosa del terreno è rispettosa anche della comunità e della loro salute dei suoi abitanti, in contrapposizione ad un cieco eccessivo sfruttamento che danneggia il terreno, l’ambiente circostante e i suoi abitanti.
Wendell Berry parla di tante cose: di violenza; di guerra; di abbandono; di rispetto; di limite; di società; del rapporto tra cibo e salute.
Mangiare è un atto agricolo
Sempre più spesso dai più giovani (ma non solo) il cibo viene visto come prodotto dell’industria più che come prodotto agricolo.
C’è una perfida sintonia tra l’industria alimentare e l’industria farmaceutica, la prima non si interessa della salute dei propri clienti, la seconda ha convenienza a non preoccuparsi di ciò che mangiano.
Coltivare il terreno sarà un atto rivoluzionario.
La politica non sembra andare nella direzione di cura della casa, intesa come cura della nostra terra, ma verso un immaginario prossimo distopico futuro, dove il progresso tecnologico ci porta a mangiare carne prodotta in bioreattori, latte prodotto chimicamente, insetti prodotti industrialmente e bere acqua rigorosamente addizionata e in bottiglie di plastica.
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