12 Feb PLANSICHTER
Alla scoperta del Plansichter, macchina fondamentale negli impianti di macinazione.
Nome di origine Ungherese che rimane immutato in diverse lingue e nazioni: Italia, Germania, Francia, Gran Bretagna ecc..
Il Plansichter nasce come una importante evoluzione dei primi metodi di setacciatura, con maggiore efficienza e portata dei buratti, si rivela una macchina assolutamente indispensabile nei molini, e permetterà l’evoluzione degli impianti di macinazione.
STORIA ED INVENZIONE DEL PLANSICHTER
I Plansichter furono inventati da Karl Haggenmacher a Budapest nel 1888 ( D.R.P. No. 46509 ) .
La sua invenzione è spiegata come segue:
in Fig.1 si rappresenta la vista dall’alto di un telaio, qui si vede suddiviso in quattro canali rettangolari piani affiancati, attraverso il quale il materiale setacciato deve passare a serpentina dal punto A fino all’ apertura di scarico Z.
Nella Fig 2 si vede il dettaglio del principio di funzionamento, le due frecce con lettera p indicano la direzione desiderata del prodotto ed il cerchio indica il movimento di rotazione in questo caso antiorario del plansichter che imprime al prodotto in parte una spinta ad avanzare ma anche nella mezza curva a destra una spinta a ritornare indietro.
Nelle Fig.3 (dettaglio) e Fig.4 si spiega meglio come l’inventore ha risolto di sfruttare l’oscillazione del Plansichter per imprimere un movimento in una direzione predeterminata del prodotto, la soluzione è inserire delle alette nel lato opportuno del canale.
Quindi il movimento circolare del prodotto si trasforma in un movimento che assomiglia ad un movimento ondulatorio con una direzione precisa.
In Fig.5 si mostra una sezione trasversale. La linea inferiore tratteggiata rappresenta la velatura, mentre la linea continua superiore corrisponde al fondo di raccolta della velatura dello staccio superiore. Un gran numero di tali setacci e vassoi di raccolta sono posti uno sopra l’ altro, in modo che il materiale setacciato sia sottoposto a tutta una serie di processi di setacciatura successivi in un’unica apparecchiatura.
Nella Fig.6 si rappresenta una vista di sezione di un intero pacco di telai, le linee orizzontali tratteggiate rappresentano le velature staccianti le frecce indicano il percorso del prodotto sopra le velature, fino ai relativi scarichi, nell’esempio della figura il prodotto in entrata è diviso su due telai primo e secondo, poi successivamente terzo e quarto per poi uscire riunita la frazione più grossa nel canale di scarico, il prodotto che ha attraversato le velature invece viene raccolto dal fondo del telaio 5 che è opportunamente forato, si vede come simbolo le piccole 3 frecce verticali. Per essere ulteriormente setacciato con velature con apertura maglia di minore dimensione.
In Fig.7 si vede rappresentata la macchina completa, è da sottolineare che comunque le prime macchine non disponevano di molti telai e davano notevoli problemi perché trasmettevano delle vibrazioni che interessavano anche la struttura dell’edificio, ma anche se imperfetta come macchina da molti si intuisce le sue notevoli potenzialità e molte aziende e tecnici si impegnarono per portare continui miglioramenti e brevetti fino ad arrivare al Plansichter ad oscillazione libera (primi anni del 1900) che si possono trovare ancora oggi perfettamente funzionanti negli impianti più antichi.
PLANSICHTER AD OSCILLAZIONE LIBERA
I Plansichter ad oscillazione libera sono una tappa importante nel consolidare l’importanza di questa macchina nel settore molitorio, sono composti da due cassoni contenenti una serie di telai in legno sovrapposti ed un elemento centrale con pesante contrappeso mosso da un asse verticale sospeso, i cassoni sono saldamente imbrigliati da due travi laterali e una serie di tiranti, il tutto poi sospeso su delle canne di un legno flessibile manila, comunemente chiamate anche canne d’India.
Ogni cassone può essere internamente diviso in più canali, ovvero più entrate , sotto ogni canale le uscite che possono essere diverse (2,3,4,5,6,) a seconda del diagramma di macinazione progettato.
Delle manichelle in tessuto sono fissate sia nelle entrate che nelle uscite per permettere il passaggio del prodotto ma contemporaneamente garantire una libertà di movimento di oscillazione.
Ogni telaio ha la sua velatura ed un fondo metallico che raccoglie la farina, delle spazzole a cavaliere compiono un movimento continuo in una unica direzione a cavallo di una guida ad anello, con il compito sia di pulizia della velatura che di spostare la farina che ha attraversato la velatura del telaio superiore verso il canale di uscita, nella immagine che vedete del telaio la velatura non visibile perché fissata nel lato inferiore.
L’elemento centrale che grazie alla rotazione del contrappeso imprime alla macchina una oscillazione è comandato da
un albero verticale, movimentato da un motore o nei primi anni da una cinghia che a sua volta riceveva il movimento da una trasmissione che comandava anche altre macchine.
Possiamo dire che il cuore del diagramma di un impianto molitorio è dato proprio dal plansichter.
Il Plansichter ad oscillazione libera come descritto si può trovare ancora in funzione in alcuni impianti più antichi, l’evoluzione del plansichter comunque non si è arrestata e seguono altre tipologia fino ad arrivare ai Plansichter odierni.
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